Estratto da
“1891 – 1991 Cento anni di Club Alpino Italiano a Belluno”
Tamari Editori, Bologna, 1991
Presentazione di Corradino Corrà.
Cento anni di vita. Un secolo! Un tempo sufficientemente lungo per far sì che qualsiasi organismo perda di vitalità, di slancio, di entusiasmo. Non così per la Sezione di Belluno del Club Alpino Italiano. La nostra Sezione, in questi cento anni, si è continuamente modificata. Ha cambiato i suoi intenti, i suoi interessi primari, adattandosi all’ambiente esterno in continua evoluzione, mantenendo però, nella propria attività, una vitalità tale da attirare un sempre maggior numero di Soci.
Attorno al fondatore (e primo Presidente, Feliciano Vinanti), in quella lontana primavera del 1891, si ritrovarono circa sessanta persone, entusiaste di dare vita ad una Sezione del C.A.I. Oggi queste persone sono oltre 1.200 e in costante aumento.
Preveggenti furono le parole del Vinanti, pronunciate in occasione della fondazione: «Se c’è una città in cui abbia ragion d’essere una Sezione del Club Alpino, questa è Belluno, la quale, situata alle porte di una delle più stupende e variate catene montuose, che forma l’ammirazione di tutti gli scienziati e turisti del mondo, ha la certezza del più sorridente avvenire alpinistico» (Rivista Mensile 1891, n. 3, pag. 110).
Vale la pena di vedere, a grandi linee, come si è svolta la vita della Sezione in questi 100 anni. Se suddividiamo, come già fece Piero Rossi, questo tempo in periodi, il primo si può individuare come quello pionieristico, in cui ci si dedicò prevalentemente alla scoperta ed alla esplorazione delle montagne di casa (allora praticamente sconosciute) cercando, nel contempo, di fare di Belluno un centro di turismo alpino. Infatti la Sezione creò un primo nucleo di guide alpine, per lo più attingendo da quei cacciatori di camosci che erano allora gli unici, profondi conoscitori dei nostri monti, e costruì il primo Rifugio sulla sommità del Visentìn.
Il secondo periodo, quello dell’immediato dopoguerra, fu indubbiamente caratterizzato dalla Presidenza di Francesco Terribile che, con la passione, l’entusiasmo e la generosità che lo contraddistinse, portò gli alpinisti bellunesi ad altissime affermazioni, di livello internazionale. È, quello, il periodo della gloriosa “scuola bellunese” dei Zanetti, dei Zancristoforo, dei Parizzi, dei Faè, dei Bianchet che, assieme ai grandi agordino-bellunesi Tissi, i fratelli Andrich e altri, compirono moltissime ascensioni davvero memorabili, operando prevalentemente nell’incomparabile ambiente della Civetta.
Il terzo periodo, del secondo dopoguerra, si può riconoscere come quello delle opere alpine, che tanto contributo diedero allo sviluppo del turismo alpino nel Bellunese. In quel periodo nacquero i rifugi “Bristot” e “Brigata Alpina Cadore” in Nevegàl, il “VII Alpini al Pis Pilòn” e, poco più tardi, il “Tissi” alla Civetta. Vennero realizzati la Ferrata Zacchi ed i Bivacchi Dalla Bernardina e Sperti sulla Schiara che resero Possibile la realizzazione della prima Alta Via delle Dolomiti.
Promotori ed artefici di tutte queste iniziative furono i presidenti della Sezione: da Brovelli a Dalla Bernardina, da Bianchet a Rossi che, sull’esempio dei loro predecessori, seppero polarizzare intorno a loro le forze, la volontà ed i mezzi di Soci, amici ed Enti pubblici e privati.
Nel contempo nasceva e cresceva una nuova schiera di valenti alpinisti: Caldart, Cusinato, Arban, Sorgato ed altri, che operarono soprattutto sulle montagne di casa.
Quarto e ultimo periodo è quello attuale, caratterizzato dalla espansione verso l’esterno dell’attività delle Sezione, volta a coinvolgere e stimolare sempre nuove schiere di giovani adepti verso le varie componenti statutarie. Sono sorte le Scuole di Alpinismo, di Sci-Alpinismo, di Speleologia, affiancate alle attività delle Commissioni per l’Alpinismo Giovanile, per le Gite e Culturale. Così, in sintesi, è stata la vita della nostra Sezione in questi cento anni. Vita che, nel presente volume, viene illustrata con dovizia di particolari, spesso non conosciuti, grazie alla preziosa e disinteressata opera di ricerca e di stesura di Gabriele Arrigoni, Veniero Dal Mas, Giovanni Rotelli, Giuseppe Sorge, Italo Zandonella e dei responsabili delle Commissioni Tecniche. A loro va tutta la nostra riconoscenza per averci dato la possibilità di tramandare alle generazioni future gli avvenimenti ed i personaggi di un aspetto della vita bellunese dell’ultimo secolo, indubbiamente di non secondaria importanza.
Il Presidente della Sezione di Belluno
Corradino Corrà